Cartelle esattoriali, in molti si chiedono quando vadano in prescrizione. Ebbene, c’è un periodo di tempo ben preciso.
Quando una cartella esattoriale giunge a casa dopo un tot di tempo che non si è pagato un debito, iniziano i problemi. In realtà, però, cominciano se non si ha il denaro per saldare il dovuto.
I debito con il Fisco sono tra i più temuti perché, nel caso in cui non si riesca a pagarli per varie circostanze, si rischiano delle spiacevoli sanzioni. E in questo caso stiamo parlando di fermi amministrativi, multe, pignoramenti.
Tutte situazioni difficili da affrontare, soprattutto nel caso del fermo amministrativo e del pignoramento di un bene, che può anche essere l’abitazione di una persona. In entrambi i casi, tutto può essere risolto saldando il dovuto, e bloccando quindi la procedura, che altrimenti continuerebbe ad andare avanti.
Nel caso in cui, peraltro, non si riesca a pagare il debito in unica soluzione, perché non si ha la disponibilità per saldarlo, è possibile un’altra soluzione. Nello specifico, stiamo parlando di versare il dovuto a rate. Con la rateazione ordinaria, infatti, è possibile saldare il debito fino a un tot di 72 rate, il cui importo è di circa 50 euro. Potrebbe essere una soluzione.
Ma c’è un dubbio che in molti si pongono: quand’è che una cartella esattoriale va in prescrizione? Scopriamolo insieme.
Le cartelle esattoriali finiscono in prescrizione nel momento in cui non si deve più alcunché nei confronti del Fisco o altro ente che vanti credito sul debitore.
Una cartella esattoriale va in prescrizione, in genere, da 3 a 10 anni, a seconda del tipo di debito che si contrae e anche con quale ente creditore. Il punto è che se nel corso degli anni, la prescrizione viene interrotta con una nuova notifica, allora tutto ricomincia daccapo e bisognerà attendere il nuovo decorso della cartella. In sostanza, si potrebbe continuare così praticamente all’infinito, con nuove interruzioni.
Di solito, il procedimento funziona così: arriva una cartella di pagamento, seguita da intimazione di pagamento, lettera di messa in mora, preavviso fermo, preavviso ipoteca e infine, pignoramento.
In tutti questi casi, pagare a rate aiuterebbe a impedire che i suddetti procedimenti vadano avanti. Nel dettaglio, ecco quando vanno in prescrizione i seguenti debiti:
Iva: 10 anni
Ires: 10 anni
Irpef: 10 anni
Irap: 10 anni
Contributi Inps: 5 anni
Contributi Inail: 5 anni
Imposta di bollo: 10 anni
Imposta di registro: 10 anni
Imposta catastale: 10 anni
Canone Rai: 10 anni
Contributi Camere di Commercio: 10 anni
Tosap: 10 anni
Imu: 5 anni
Tasi: 5 anni
Tari: 5 anni
Multe stradali: 5 anni
Multe amministrative: 5 anni
Bollo auto: 3 anni.
C’è una cosa da tenere bene a mente. Se un debito è ormai prescritto, non può più essere preteso. Naturalmente, nel caso in cui la si ricevesse ugualmente, è bene contattare avvocati esperti e fare ricorso.
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