Ricerca: fiocco rosa o azzurro? Ecco perché alcune coppie fanno solo figlie femmine, finalmente una risposta
La questione del sesso dei nascituri ha sempre suscitato grande interesse e curiosità, tanto da diventare oggetto di studio per scienziati e ricercatori. Recentemente, un team di scienziati statunitensi ha fatto luce su una possibile spiegazione genetica che potrebbe influenzare il rapporto tra i sessi dei neonati, aprendo nuove prospettive sulla comprensione di questo fenomeno.
Gli esperti dell’Università del Michigan, guidati da Jianzhi Zhang e dallo studente di dottorato Siliang Song, hanno identificato una variante genetica umana che sembra aumentare del 10% la possibilità di avere una bambina piuttosto che un bambino. Questa scoperta è stata pubblicata sulla rivista ‘Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences’ e si basa sull’analisi dei dati provenienti dalla Uk Biobank, un vasto database biomedico contenente informazioni genetiche e fenotipiche su circa mezzo milione di britannici.
La variante in questione è stata denominata rs144724107 ed è associata a un singolo cambiamento di nucleotide vicino al gene Adamts14. Quest’ultimo fa parte della famiglia dei geni Adamts, noti per essere coinvolti nella spermatogenesi e nella fecondazione. Tuttavia, la presenza della variante rs144724107 è piuttosto rara nella popolazione generale, essendo stata rilevata solo nello 0,5% circa dei partecipanti allo studio.
I risultati ottenuti dagli scienziati sono in linea con il ‘principio di Fisher’, una teoria della biologia evolutiva secondo cui la selezione naturale tenderebbe a favorire le varianti genetiche che aumentano le nascite del sesso meno rappresentato in una data popolazione. Ciò contribuirebbe a mantenere un equilibrio nel rapporto tra i sessi all’interno della specie umana.
Le scoperte fatte non riguardano esclusivamente gli esseri umani ma trovano applicazioni anche nell’allevamento degli animali. Infatti, identificare varianti genetiche con effetti simili a quelli della variante rs144724107 negli animali da fattoria potrebbe portare a significativi vantaggi economici e miglioramenti nel benessere animale. Per esempio, potrebbe essere particolarmente utile nelle specie dove uno specifico sesso ha maggior valore economico rispetto all’altro.
Nonostante l’eccitazione per questi risultati preliminari, gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori conferme attraverso ricerche su campioni più ampi. La rarità della variante genetica identificata rappresenta infatti una sfida significativa per gli studi futuri. Tuttavia, il sostegno degli National Institutes of Health (Nih) statunitensi offre speranze concrete per continuare questa intrigante linea di ricerca sul rapporto tra i sessi nei neonati.
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