Manovra: Unimpresa, ‘per coperture 2025 nuovo debito da 9 mld’. Le sfide del Governo tra crescita e stabilità fiscale
La manovra di bilancio per il 2025 predisposta dal governo italiano si presenta come un ambizioso piano di interventi, con una dotazione finanziaria complessiva di 29,7 miliardi di euro. Questo imponente sforzo economico mira a sostenere l’economia e la società italiana in un momento particolarmente delicato. Tuttavia, emerge una criticità non trascurabile: le coperture finora individuate ammontano solamente a 20,8 miliardi di euro. Ciò lascia scoperto un disavanzo significativo di circa 8,9 miliardi.
Di fronte a questo gap finanziario, il governo sembra orientato verso una scelta che non mancherà di suscitare dibattiti: finanziare la parte mancante della manovra attraverso l’aumento del debito pubblico per quasi 9 miliardi di euro. Questa decisione segna la conferma della linea espansiva della politica fiscale adottata per il prossimo anno. Se da un lato tale approccio può essere interpretato come uno stimolo alla crescita economica, dall’altro solleva interrogativi legittimi sulla sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo.
Il governo si trova dunque davanti a una sfida complessa e articolata: trovare soluzioni sostenibili che consentano di mantenere un equilibrio tra la necessità di stimolare la crescita economica e quella altrettanto impellente di garantire stabilità fiscale. La legge di bilancio per il 2025 riflette chiaramente questa tensione interna tra obiettivi potenzialmente confliggenti.
Da una parte vi è l’esigenza imperativa del governo italiano di dimostre ai cittadini che le risorse stanziate avranno effetti tangibili sul miglioramento della qualità della vita, attraverso il sostegno al lavoro, alle imprese e alle famiglie italiane. Dall’altra parte sta l’obbligo non meno pressante di convincere le istituzioni europee circa la capacità dell’Italia di mantenere disciplina fiscale in un contesto europeo che richiede attenzione crescente verso la riduzione dei livelli del debito pubblico.
La scelta operata dal governo italiano riflette un’interpretazione espansiva delle regole fiscali vigenti; tuttavia questa strategia potrebbe incontrare resistenze sia sul fronte interno sia su quello europeo. Inoltre, in una fase caratterizzata da dinamiche inflazionistiche preoccupanti è richiesta prudenza nell’incrementare ulteriormente il debito pubblico.