Il direttore Bassetti avvisa “Da H5N1 a norovirus, cercarli in acque reflue per predire focolai”, uno strumento contro le epidemie
La ricerca di virus nelle acque reflue si sta rivelando un metodo efficace per anticipare e prevenire le epidemie. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, ha sottolineato l’importanza di questa strategia commentando recenti studi statunitensi. Queste ricerche hanno evidenziato come il monitoraggio delle acque reflue possa essere cruciale nell’identificazione precoce di minacce infettivologiche emergenti.
Uno studio condotto dal team WastewaterScan della Stanford University e presentato all’IDweek a Los Angeles ha dimostrato la presenza del virus H5N1, responsabile dell’aviaria, nelle acque reflue del Texas settimane prima della segnalazione dei primi focolai in alcune mucche da latte. Questa scoperta sottolinea come la sorveglianza ambientale possa servire da campanello d’allarme per le autorità sanitarie, permettendo interventi tempestivi ed efficaci.
Parallelamente allo studio sul virus H5N1, un’altra ricerca focalizzata sul norovirus ha mostrato risultati promettenti nella previsione dei focolai epidemici. Attraverso l’analisi delle acque reflue californiane, i ricercatori sono stati in grado di tracciare con precisione l’Rna virale del norovirus. Confrontando questi dati con quelli relativi alla positività al test del National Respiratory and Enteric Virus Surveillance System dei CDC (Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie), è stato possibile identificare modelli regionali distinti e prevedere picchi epidemici nel territorio.
Queste ricerche evidenziano non solo l’utilità della sorveglianza ambientale come strumento preventivo contro le epidemie ma anche l’importanza della collaborazione internazionale nella condivisione dei dati e delle metodologie di ricerca. La capacità di anticipare i focolai attraverso analisi non convenzionali come quelle effettuate sulle acque reflue potrebbe rivoluzionari gli approcci alla sanità pubblica globale.
L’integrazione tra la sorveglianza tradizionale basata sui casi clinici e quella ambientale potrebbe rappresentare il futuro nella gestione delle malattie infettive. Monitorando costantemente indicatori indiretti come la presenza di agenti patogeni nelle acque reflue, sarà possibile non solo contenere più efficacemente le epidemie ma anche ottimizzare l’utilizzo delle risorse sanitarie attraverso interventi mirati e tempestivi.
Mentre il mondo continua a combattere contro vecchie e nuove minacce infettive, lo studio e l’applicazione innovativa della scienza offrono speranze concrete per una società più sicura ed efficiente nel controllo delle malattie trasmissibili.
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