Un evento estremo “innaffia” il Sahara, le immagini e le cause

In queste settimane caratterizzate da alluvioni catastrofiche, un evento estremo ‘innaffia’ il Sahara: le immagini e le cause

Il Sahara, noto per essere il più vasto deserto caldo del pianeta, ha recentemente offerto uno spettacolo insolito: una distesa sabbiosa interrotta da improvvisi specchi d’acqua. Questa trasformazione è stata documentata grazie all’osservazione satellitare effettuata da Sentinel-2 (programma europeo Copernicus), Terra (Nasa) e Landsat 9 (Nasa-Usgs), che hanno catturato immagini sorprendenti di questo fenomeno.

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Lago Sebkha, Sahara – immagini Nasa Earth Observatory processate da Michala Garrison, con i dati Landsat forniti da U.S. Geological Survey) lavocenazionale.it

Tra il 7 e l’8 settembre, un potente ciclone extratropicale ha colpito il Nordafrica, interessando principalmente Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Secondo gli esperti della Nasa specializzati nell’Osservazione della Terra, la tempesta ha portato con sé precipitazioni eccezionali: in soli due giorni sono caduti 20 centimetri di pioggia, quantità che normalmente si registra nell’arco di un intero anno in queste regioni.

L’impatto sul paesaggio sahariano

L’alluvione generata dal ciclone e il successivo deflusso delle acque hanno riempito numerose cavità naturali del deserto, dando vita a laghi effimeri come il Sebkha el Melah in Algeria e vari piccoli bacini situati nelle vicinanze delle dune stellari di Erg Chebbi in Marocco e al confine tra Algeria e Marocco. Queste nuove formazioni idriche hanno radicalmente modificato l’aspetto del Sahara.

L'impatto sul paesaggio sahariano
L’impatto sul paesaggio sahariano – immagini Nasa Earth Observatory processate da Michala Garrison, con i dati Landsat forniti da U.S. Geological Survey) lavocenazionale.it

Sentinel-2 ha monitorato specificamente l’area di Erg Chebbi dove i bacini si sono formati a seguito del deflusso delle acque dalle montagne dell’Atlante. I laghetti tra Marocco e Algeria sono stati invece osservati dal satellite Terra tramite lo strumento Modis (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer). Landsat 9 ha focalizzato la sua attenzione sul lago Sebkha el Melah che si estende su una superficie di 191 chilometri quadrati con una profondità poco superiore ai 2 metri.

Gli studiosi prevedono che l’acqua accumulata nel Sebkha el Melah possa resistere all’evaporazione per circa un anno, a meno che non avvengano ulteriori eventi climatici estremi. È interessante notare come non sia la prima volta che questo bacino sperimenta simili condizioni; già nel 2008 fu riempito dalle piogge generate da un altro ciclone extratropicale.

Queste osservazioni satellitari forniscono dati preziosissimi per gli scienziati impegnati nello studio dell’impatto delle piogge eccezionali sul Sahara. Questa ricerca è fondamentale non solo per comprendere meglio le condizioni storiche del deserto – quando era caratterizzato da un ambiente più verdeggiante ed umido – ma anche per delineare possibili scenari futuri legati alla crisi climatica globale.

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