Uno studio italiano ha evidenziato come l’alto consumo di cibi ultraprocessati accelera l’invecchiamento. Le parole degli esperti
Un recente studio condotto dall’Unità di ricerca di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, Isernia, in collaborazione con l’Università Lum (Libera università mediterranea) di Casamassima, Bari, ha messo in luce una correlazione preoccupante tra il consumo elevato di alimenti ultraprocessati e l’accelerazione dell’invecchiamento biologico. Pubblicato su ‘The American Journal of Clinical Nutrition’, lo studio ha coinvolto oltre 22mila partecipanti del Progetto Moli-sani.
Attraverso l’utilizzo di oltre 30 diversi biomarcatori ematici per misurare l’età biologica degli individui coinvolti, i ricercatori hanno potuto osservare come un’elevata assunzione di cibi ultraprocessati sia associata a un avanzamento dell’età biologica rispetto all’età cronologica. Questo fenomeno si verifica indipendentemente dalla qualità nutrizionale complessiva della dieta seguita dai partecipanti allo studio. Gli alimenti ultraprocessati includono non solo snack e bevande zuccherate ma anche prodotti meno sospettabili come pane industriale, yogurt alla frutta e zuppe pronte.
Lo studio degli esperti
Licia Iacoviello, direttore dell’Unità di ricerca coinvolta nello studio e professore ordinario all’Università Lum, sottolinea la necessità di rivedere le raccomandazioni alimentari attuali per includere considerazioni sul grado di lavorazione industriale dei cibi. Simona Esposito, primo autore dello studio, aggiunge che i dati raccolti evidenziano non solo gli effetti negativi generali sulla salute derivanti dal consumo elevato di questi prodotti ma indicano anche una possibile accelerazione del processo d’invecchiamento legata specificamente al loro consumo.
Marialaura Bonaccio spiega che i meccanismi attraverso cui gli alimenti ultraprocessati danneggiano la salute non sono ancora completamente chiari. Tuttavia è noto che questi prodotti sono spesso ricchi in zuccheri aggiunti, sale e grassi saturi o trans e subiscono processazioni industriali intense che ne alterano la matrice nutrizionale originale. Queste alterazioni possono avere ripercussioni significative su diverse funzioni fisiologiche del corpo umano inclusa la regolazione del glucosio nel sangue e la composizione del microbiota intestinale.
Iniziato nel marzo 2005 con circa 25mila cittadini residenti in Molise coinvolti nella ricerca sui fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori, il Progetto Moli-sani rappresenta un esempio eccellente della capacità della ricerca scientifica italiana di trasformare una regione intera in un laboratorio a cielo aperto per lo studio approfondito della salute umana.
Queste scoperte aprono nuove prospettive sulla comprensione dell’impatto degli stili alimentari moderni sul processo d’invecchiamento umano ed evidenziano l’importanza cruciale delle scelte dietetiche quotidiane per preservare il benessere fisico a lungo termine.