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Baby sitter ubriaca sviene in strada con bimba di due anni, Bolzano sotto shock

Una baby sitter trovata priva di sensi per ubriachezza, con una bambina terrorizzata al suo fianco, sconvolge una tranquilla cittadina. Scopri cosa è accaduto e quali riflessioni solleva questo episodio.

Nel cuore della pittoresca cittadina di Bressanone, un episodio drammatico ha gettato un’ombra sulla serenità di una comunità abituata a ben altre cronache. Un tranquillo martedì pomeriggio si è trasformato in un incubo, quando due carabinieri fuori servizio hanno trovato una baby sitter ubriaca, svenuta su un marciapiede, con accanto una bambina di appena due anni e mezzo.

il caso della baby sitter ubriaca a Bressanone

L’immagine della piccola, terrorizzata e indifesa, ha scosso profondamente il tessuto sociale locale, aprendo una discussione più ampia su temi di responsabilità, fiducia e sicurezza nell’ambito dell’infanzia. La vicenda, dai contorni scioccanti, ha acceso i riflettori su una serie di interrogativi che ogni genitore si pone: come possiamo essere certi che le persone a cui affidiamo i nostri figli siano all’altezza di questo compito così delicato? Prima di analizzare l’accaduto e le sue implicazioni, è fondamentale ricostruire i fatti che hanno segnato questo episodio.

Una scena surreale: il caso della baby sitter ubriaca a Bressanone

Bressanone, una tranquilla cittadina incastonata nella provincia di Bolzano, è stata teatro di un episodio che ha scosso profondamente la comunità locale. Nel tardo pomeriggio di martedì 10 dicembre, una scena sconcertante si è consumata su uno dei marciapiedi del centro: una baby sitter ubriaca è stata trovata priva di sensi, con accanto a lei una bambina di appena due anni e mezzo, visibilmente terrorizzata e spaesata.

La donna, una 55enne le cui generalità non sono state rese note per tutelare la privacy della minore coinvolta, era distesa immobile sul pavimento freddo del marciapiede quando due carabinieri fuori servizio l’hanno notata. Preoccupati per lo stato della donna e della piccola al suo fianco, i militari si sono immediatamente avvicinati per prestare soccorso. Quello che hanno scoperto li ha lasciati senza parole: la babysitter era in evidente stato di ebbrezza avanzato.

il caso della baby sitter ubriaca a Bressanone

Senza perdere tempo, i carabinieri hanno allertato i soccorsi e accompagnato sia la donna che la bambina in caserma per gli accertamenti necessari. La situazione si è rivelata ancora più grave quando gli esami effettuati al pronto soccorso dell’ospedale locale hanno confermato un tasso alcolemico superiore a 3 grammi per litro nel sangue della babysitter – un livello talmente elevato da mettere seriamente a rischio non solo la sua incolumità ma anche quella della piccola affidatagli.

Le indagini successive hanno chiarito che la 55enne era effettivamente responsabile della cura della bambina al momento dell’accaduto. Di fronte alla gravità dei fatti emersi – l’abbandono de facto di una minore in condizioni tanto precarie – le autorità non hanno avuto altra scelta se non procedere con l’accusa formale nei confronti della donna per abbandono di minore e ubriachezza molesta.

La comunità di Bressanone è rimasta profondamente turbata da questo episodio. Non solo perché si tratta di un fatto isolato in una realtà dove simili eventi sono estremamente rari ma anche perché solleva interrogativi dolorosi sulla fiducia riposta nelle persone incaricate delle cure dei nostri figli.

La madre della bambina, informata immediatamente dell’accaduto dai carabinieri, si è precipitata in caserma dove le è stata restituita sua figlia. Le sue condizioni emotive erano comprensibilmente fragili; il trauma subito dalla sua piccola e il tradimento implicito nella figura professionale a cui aveva affidato il bene più prezioso sono ferite che richiederanno tempo per guarire.

Questo incidente serve come amaro promemoria delle vulnerabilità insite nel tessuto sociale contemporaneo; ricorda ai genitori l’importanza cruciale delle verifiche sulle persone alle quali affidano i propri figli e solleva questioni urgenti sulla regolamentazione e il controllo degli addetti ai lavori nel settore dell’assistenza all’infanzia.

Mentre Bressanone cerca lentamente di metabolizzare lo shock e ritrovare il proprio equilibrio quotidiano dopo questo spiacevole evento, resta nell’aria un senso palpabile d’inquietudine: come garantire che tragedie simili non abbiano mai più a ripetersi?

Alessandra Orlacchio

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