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Blue Monday: lunedì 20 Gennaio è ufficialmente il giorno più triste dell’anno, perchè?

Scopri le origini e le motivazioni scientifiche (e non) dietro il Blue Monday, considerato il giorno più triste dell’anno. Un approfondimento su miti, verità e consigli per affrontarlo al meglio.

Con l’arrivo del nuovo anno, molte persone si trovano a fare i conti con le promesse infrante dei buoni propositi, le scadenze lavorative e il freddo pungente dell’inverno. E se a questo si aggiunge il temuto Blue Monday, il cosiddetto “giorno più triste dell’anno”, il quadro sembra dipinto con tonalità decisamente grigie.

Lunedì e la tristezza: un binomio indissolubile?

Il 20 gennaio si avvicina e, come da tradizione ormai consolidata negli ultimi anni, i nostri feed di social media si preparano a essere inondati da una valanga di post malinconici. Immagini cupe, frasi sconsolate e meme che giocano sull’umorismo nero saranno i protagonisti indiscussi della giornata.  Perché il terzo lunedì del mese di gennaio viene etichettato come il Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno? Ma è davvero possibile identificare una data precisa come la più malinconica?

Lunedì e la tristezza: un binomio indissolubile?

La genesi del Blue Monday risale a circa un decennio fa e porta la firma dello psicologo britannico Cliff Arnall. Attraverso un’equazione che considerava vari fattori – tra cui le condizioni meteorologiche avverse tipiche del periodo, la diminuzione delle ore di luce solare, i sensi di colpa per gli eccessi alimentari e le spese effettuate durante le festività natalizie – Arnall concluse che esisteva una specifica giornata in cui questi elementi convergevano al punto da renderla la più deprimente dell’anno.

Tuttavia, è importante sottolineare che la metodologia utilizzata da Arnall per arrivare a tale conclusione non ha alcun fondamento scientifico. La “scoperta” del Blue Monday si è rivelata essere poco più che un espediente pubblicitario orchestrato in collaborazione con l’agenzia turistica Sky Travel. L’intento era quello di creare un pretesto per promuovere offerte speciali sui viaggi aerei durante un periodo dell’anno caratterizzato da una generale riduzione della domanda.

Lunedì e la tristezza: un binomio indissolubile?

Nonostante le origini discutibili del Blue Monday, l’appuntamento con questo presunto giorno più triste dell’anno continua ad attirare l’attenzione dei media e dei consumatori. Le aziende approfittano della ricorrenza per lanciare campagne marketing mirate: dalle offerte sui viaggi alle promozioni su prodotti volti al benessere personale, tutto sembra convergere nell’intento di contrastare la malinconia associata al Blue Monday.

Ma cosa dice realmente la scienza riguardo alla tristezza stagionale? È innegabile che molti individui possano sentirsi particolarmente abbattuti durante i mesi invernali. Questo fenomeno è spesso legato alla cosiddetta “depressione stagionale“, una condizione influenzata dal cambiamento delle stagioni che può effettivamente incidere sul benessere emotivo delle persone.

Tuttavia, ridurre il concetto di malumore o depressione stagionale a una singola giornata appare riduttivo e potenzialmente fuorviante. La salute mentale è una questione complessa ed estremamente personale; non può essere circoscritta o banalizzata attraverso formule matematiche o campagne marketing.

Mentre ci avviciniamo al prossimo 20 gennaio, vale la pena ricordarsi che il Blue Monday non ha basi scientifiche solide su cui fondarsi. Piuttosto che lasciarci sopraffare dalla narrazione negativa legata a questa data, potremmo cogliere l’occasione per riflettere sulle vere cause della nostra felicità o insoddisfazione personale. E magari scoprire che ogni giorno offre nuove opportunità per trovare gioia e soddisfazione nella vita quotidiana – indipendentemente dal calendario.

Alessandra Orlacchio

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