Causa Lucarelli-Fedez, il giudice si esprime in merito al famoso “Bimbo minchia”

Nel continuo tira e molla mediatico tra Selvaggia Lucarelli e Fedez, arriva una sentenza che mette nero su bianco sul celebre insulto “bimbo minchia”. Ecco cosa ha deciso il giudice.

La querelle tra Selvaggia Lucarelli e Fedez ha tenuto banco sui social, nei talk show e persino nei salotti di casa, diventando uno di quegli scontri in cui tutti hanno una posizione, anche chi non conosceva bene i dettagli. Ma ora, a spazzare via meme, tweet e battibecchi da tastiera, è arrivata la voce di chi ha davvero l’ultima parola: il giudice.

"Bimbo minchia" sì, ma con stile: il giudice dà ragione (in parte) a Lucarelli
“Bimbo minchia” sì, ma con stile: il giudice dà ragione (in parte) a Lucarelli

La causa, che da tempo vede contrapposti l’opinionista più temuta d’Italia e il rapper più social del Paese, si è arricchita di un nuovo capitolo giudiziario. Al centro, una delle espressioni più virali e al tempo stesso più controverse pronunciate da Lucarelli nei confronti di Fedez: quel famoso “bimbo minchia” che ha fatto il giro del web e sollevato un polverone mediatico degno delle migliori faide pop. Ma cosa ha stabilito il tribunale? È davvero un’offesa da querela o solo una colorita espressione da social? La sentenza c’è, ed è piuttosto interessante. Scopriamola insieme.

“Bimbo minchia” sì, ma con stile: il giudice dà ragione (in parte) a Lucarelli

In un’epoca in cui i social media fungono da palcoscenico per dibattiti pubblici e personali, la linea tra critica e diffamazione sembra sempre più sottile. Un recente caso che ha tenuto banco nelle cronache giudiziarie italiane riguarda due noti personaggi del panorama mediatico nazionale: Selvaggia Lucarelli e Fedez. Al centro della disputa, l’uso del termine “bimbominkia” da parte della giornalista nei confronti del cantante.

La vicenda ha avuto origine da un commento pubblicato da Lucarelli sulle sue storie di Instagram, nel quale si riferiva a Fedez utilizzando l’espressione sopracitata. Questo episodio era inserito in un contesto più ampio di tensione tra il rapper milanese e Luis Sal, suo ex partner nel podcast “Muschio Selvaggio”. La querela presentata da Fedez contro la giornalista per diffamazione ha portato il caso dinanzi al tribunale di Milano, che ha recentemente emesso una sentenza destinata a far discutere.

Il giudice incaricato della causa ha deciso per il non luogo a procedere nei confronti di Selvaggia Lucarelli, prosciogliendola dall’accusa mossa dal cantante. La motivazione alla base di questa decisione risiede nella valutazione del termine “bimbominkia” come adeguatamente utilizzato dalla giornalista nell’ambito specifico della vicenda. Secondo quanto riportato nella sentenza, non esisterebbe infatti un equivalente capace di esprimere con la stessa efficacia l‘intento ironico voluto da Lucarelli.

Il magistrato ha sottolineato come lo stesso Fedez abbia contribuito a legittimare l’uso dell’espressione autodefinendosi “bimbominkia per sempre” in una sua canzone che conta milioni di ascolti su diverse piattaforme digitali. Tale autodefinizione renderebbe il termine insostituibile nell’evocare le caratteristiche comportamentali attribuite al cantante dalla giornalista.

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La sentenza ribadisce anche il diritto alla satira esercitato da Selvaggia Lucarelli nel suo commento, precisando che l’utilizzo del termine in questione non avrebbe una connotazione esclusivamente negativa. Inoltre, viene evidenziata la natura privata dello scontro tra Fedez e Luis Sal relativo alla gestione imprenditoriale del loro podcast. Il passaggio della disputa dal privato al pubblico attraverso i social media avrebbe reso legittimi eventuali commenti critici verso le parti coinvolte.

Questo caso rappresenta un interessante spunto di riflessione sul potere delle parole nell’era digitale e sulla loro percezione all’interno dei dibattiti pubblici veicolati dai social network. La decisione del tribunale milanese mette in evidenza come anche terminologie apparentemente offensive possano essere reinterpretate e rivalutate a seconda del contesto specifico in cui vengono utilizzate.

L’esito della causa tra Selvaggia Lucarelli e Fedez aggiunge un ulteriore capitolo alla complessa interazione tra diritto alla libera espressione e tutela dell’onore personale nell’universo digitale contemporaneo. Un equilibrio delicato che continua ad alimentare discussioni sia nel mondo virtuale sia in quello reale.

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