L’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare il modo in cui valutiamo la salute del nostro cuore. Un algoritmo innovativo promette di rivelare l’età biologica del cuore con maggiore precisione di qualsiasi metodo tradizionale.
Ci sono cinquantenni che sembrano avere l’energia di ventenni e sessantenni che, al contrario, fanno i conti ogni giorno con un cuore stanco e affaticato. Ma cosa determina davvero lo stato di salute del nostro muscolo più importante? Non sempre l’età anagrafica racconta tutta la verità.

La medicina, da sempre alla ricerca di indicatori precisi per valutare il rischio cardiovascolare, oggi guarda con occhi nuovi i segnali che arrivano dal nostro battito. O meglio, li osserva attraverso il filtro potente dell’intelligenza artificiale. Senza ancora svelare tutti i dettagli, possiamo anticipare che si tratta di un sistema capace di analizzare dati che già oggi vengono raccolti in qualunque ospedale o ambulatorio, ma che fino a ieri restavano parzialmente inesplorati. Al centro di questa innovazione c’è uno strumento diagnostico familiare, e una tecnologia emergente che cambia le regole del gioco.
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L’età del nostro cuore potrebbe non corrispondere a quella indicata sulla carta d’identità. Esistono infatti individui cinquantenni con un cuore in condizioni peggiori rispetto a quello di alcuni sessantenni, così come persone della stessa età che vantano una salute cardiaca paragonabile a quella di individui dieci anni più giovani. La domanda sorge spontanea: come è possibile calcolare l’età biologica del cuore? La risposta potrebbe essere affidata all’intelligenza artificiale (IA), capace di ‘leggere’ i dati dell’elettrocardiogramma (ECG) e prevedere un aumento del rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari.
Un team di ricercatori ha presentato uno studio rivoluzionario al Congresso Ehra 2025, organizzato dalla Società europea di cardiologia (ESC). Lo studio ha dimostrato che, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare i dati standard degli ECG a 12 derivazioni raccolti da quasi mezzo milione di casi, è stato possibile creare un algoritmo in grado di predire l’età biologica del cuore. Questo strumento innovativo potrebbe essere utilizzato per identificare i soggetti più a rischio di eventi cardiovascolari e morte.
Yong-Soo Baek, professore associato presso l’Inha University Hospital in Corea del Sud e autore principale dello studio, ha evidenziato come la ricerca abbia dimostrato che quando l’età biologica del cuore superava la sua età cronologica di 7 anni, il rischio associato alla mortalità per tutte le cause e agli eventi cardiovascolari avversi maggiori aumentava significativamente. Al contrario, se il cuore biologico risultava essere 7 anni più giovane dell’età cronologica secondo le stime dell’algoritmo IA, ciò comportava una riduzione dei rischi.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella pratica clinica apre nuove frontiere nella precisione delle diagnosi cardiache. L’utilizzo dell’IA per sviluppare tali algoritmi rappresenta un potenziale cambiamento radicale nell’approccio alla valutazione dei rischi cardiovascolari.
Lo studio si è concentrato sulle capacità prognostiche di un algoritmo basato sul deep learning. Una rete neurale profonda è stata addestrata su un vasto set composto da 425.051 ECG a 12 derivazioni raccolti nell’arco di 15 anni; successivamente sono stati effettuati test su una coorte indipendente composta da 97.058 ECG. Le analisi hanno mostrato che un’“Età Cardiaca ECG IA” superiore all’età cronologica del soggetto era associata ad un aumento significativo dei rischi sia in termini di mortalità sia per quanto riguarda gli eventi cardiovascolari maggiormente avversi.
Inoltre, si è osservata una correlazione tra soggetti con frazione d’eiezione ridotta e “Età Cardiache ECG IA” aumentate; ciò suggerisce che tale parametro rifletta efficacemente vari processi cardiaci quali depolarizzazione e ripolarizzazione. Queste informazioni possono rivelarsi cruciali nel rilevare problematiche cardiache sottostanti legate alla funzionalità cardiaca.
Nonostante questi risultati promettenti, Baek sottolinea la necessità di ulteriormente ampliare la dimensione campionaria negli studi futuri per confermare definitivamente queste scoperte; ciò contribuirà ad accrescere la robustezza e applicabilità degli algoritmi IA nell’Ecg nelle valutazioni cliniche relative alla salute cardiaca.
La ricerca conferma quindi il ruolo cruciale che l’intelligenza artificiale può giocare nel miglioramento delle diagnosi precoci e nello sviluppo delle strategie preventive nel campo della salute cardiovascolare; segnando così una nuova era nella medicina personalizzata dove il futuro della nostra salute può effettivamente trovarsi nel battito del nostro cuore.