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A Pasqua, scegli le parole: 6 frasi da bandire se vuoi un pranzo sereno

Durante i pranzi in famiglia, le parole hanno un peso enorme. Soprattutto a Pasqua. Ecco perché saperle scegliere può fare la differenza tra una tavola serena e un campo minato di tensioni.

Pasqua non è solo colombe, uova di cioccolato e pranzi infiniti. È anche, anzi soprattutto, il ritorno di volti familiari, di racconti che si intrecciano, di silenzi che pesano e di frasi che finiscono per accendere discussioni. In un’Italia in cui la famiglia è ancora al centro della tradizione, i momenti conviviali rappresentano molto più di una semplice occasione per mangiare bene: sono vere e proprie cartine tornasole delle nostre relazioni.

Le frasi killer da evitare assolutamente a Pasqua

Eppure, proprio mentre si alzano i calici e si affondano forchette nella lasagna, spesso qualcosa si incrina. Una battuta fuori posto, una domanda indiscreta, una critica non richiesta. Bastano poche parole per guastare l’atmosfera. E così, quello che doveva essere un momento di gioia condivisa rischia di trasformarsi in una giornata da dimenticare. Ma cosa scatena davvero queste tensioni? Quali sono le frasi che, anche se pronunciate con leggerezza, possono risultare micce per discussioni esplosive?

Le frasi killer da evitare assolutamente a Pasqua

La Pasqua è un momento di festa che invita alla convivialità e alla condivisione attorno a una tavola imbandita. Tuttavia, per le oltre 3,5 milioni di persone in Italia che convivono con disturbi del comportamento alimentare (Dca), queste occasioni possono trasformarsi in un vero e proprio incubo. La convivialità e l’abbondanza culinaria, simboli di queste festività, rappresentano una sfida notevole per chi lotta quotidianamente contro queste patologie.

I disturbi alimentari sono condizioni complesse che si manifestano attraverso comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione. Nonostante la crescente consapevolezza sociale su questi temi, persistono numerosi pregiudizi e misconcezioni che possono aggravare il senso di isolamento e incomprensione provato da chi ne soffre. In questo contesto delicato, Lilac-Centro Dca, una digital health tech startup italiana pioniera nel trattamento innovativo dei Dca, ha elaborato un vademecum pasquale contenente sei consigli fondamentali rivolti a parenti e amici su come interagire in modo rispettoso ed empatico durante le festività.

Le parole hanno potere: possono ferire o guarire. È cruciale evitare commenti o osservazioni che possano risultare dannosi. Tra le frasi da bandire assolutamente durante i pranzi pasquali troviamo:

Le frasi killer da evitare assolutamente a Pasqua
  • “Il tuo peso è nella norma, quindi non hai un problema”. Questa affermazione nega la complessità dei Dca riducendoli erroneamente a una questione meramente fisica.
  • “Non sembra che tu abbia un disturbo alimentare”. I Dca non hanno un aspetto specifico; questa frase perpetua lo stigma secondo cui bisogna apparire malati per essere presi sul serio.
  • “È solo una fase passeggera”. Minimizzare il problema invalida l’esperienza della persona affetta da Dca rendendo più arduo affrontarlo adeguatamente.
  • “Mangia di più e vedrai che passa”. Tale commento ignora completamente la natura emotiva profonda dei Dca ed è privo di qualsiasi utilità pratica o empatia.
  • “Non pensi di aver mangiato abbastanza?”. Porsi questa domanda significa esercitare pressione su qualcuno già stressato dalla propria relazione col cibo.
  • “Ma dai, oggi non si contano le calorie”. Anche se pronunciata con leggerezza, questa frase può risultare estremamente invalidante per chi vive ogni giorno combattendo contro i propri demoni interiori legati al cibo.

Queste frasi evidenziano quanto sia diffusa l’incomprensione riguardante i disturbi del comportamento alimentare. La mancanza di sensibilità può rendere particolarmente difficili momenti già carichi come quelli delle festività. È importante ricordarsi che il sostegno empatico gioca un ruolo cruciale nel processo di guarigione delle persone affette da questi disturbi.

Invece di concentrarsi sul cibo o sull’aspetto fisico degli altri commensali durante i ritrovi pasquali  sarebbe più utile promuovere conversazioni inclusive ed evitare argomentazioni potenzialmente scottanti o dolorose. Ricordiamo sempre che la presenza attenta e compassionevole può fare la differenza nella vita delle persone intorno a noi.

Alessandra Orlacchio

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